
JOJ
Robert Schumann diceva che dovere dell’artista è portare luce nelle tenebre dei cuori degli uomini: contestualizzando tale affermazione lungimirante e profonda al nostro tempo, consideriamo che nulla è cambiato e che la vera arte si nutre delle stesse emozioni che deve suscitare nell’osservatore, permettendogli di superare le brutture del mondo. L’arte di Giovanna Buccolo mantiene le aspettative di un’espressività potente, intimamente vissuta, declinata con originale linguaggio personale. I cromatismi accesi, il segno e le forme che occupano gli spazi della composizione tra simbologie, elementi totemici e ancestrali, volti, figure accennate, animali, paesaggi inventati tra natura e scorci urbani fantastici e immaginari… tutto, della realtà, affascina e ispira Giovanna Buccolo che, nella pittura, ritrova innanzitutto se stessa, le proprie sensazioni esistenziali, per poi lasciarle fluire sulla tela, aperte al mondo, libere di dialogare con l’Altro.
Il Novecento è stato maestro prezioso per l’artista, che nelle istanze principali del secolo breve sa cogliere, con sguardo intenso e disincantato, gli esiti migliori di una figurazione astratta, essenziale nella ricerca della forma e dello spazio, dell’uso vibrante dei cromatismi e dei toni che palpitano e respirano di materia pittorica. Artista eclettica, Giovanna Buccolo sperimenta discipline e stili differenti, dalla tradizione all’innovazione, comprendendo in tale ambito anche la digital art e la grafica computerizzata, sempre più immersiva e dipendente dalla tecnologia e dalla scienza. Il dinamismo dei dipinti diventa, nella nuova arte di Buccolo, movimento e transazione dalla pittura all’idea, ad un concetto di arte perennemente in divenire, tra astrazione e superamento delle convenzioni. Anche questo aspetto caratterizza il lavoro di Buccolo, che propone un alfabeto universale e nuovo, visionario e futuribile, abitato da presenze e da sogni, come da lucide, matematiche, geometriche osservazioni dell’universo e della fantasia. Nella sua arte digitale Buccolo sperimenta l’armonia e l’equilibrio del tutto, ne contempla la perfezione per donarla al mondo vestita di bellezza e di passione, di imperscrutabile quanto inaspettata meraviglia.
​Guido Folco - direttore Museo MIIT di Torino, storico e critico d'arte.
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